Navigazione veloce

Per non dimenticare GIOVANNI FALCONE!

Non dimenticare Giovanni Falcone

giovannifalcone

 

23 Maggio: la fine di una vita, l’inizio di un simbolo.

Non stiamo a guardare.

In questo giorno, ventiquattro anni fa, moriva il giudice Giovanni Falcone, nel tristemente celebre “Attentatuni”, l’attentato di Capaci.

In questo giorno ricordiamo un uomo che sacrificò se stesso nella lotta per un mondo libero dal parassita di nome “mafia”.

Ma per ricordarlo davvero e rendergli giustizia dobbiamo assumerci la responsabilità della sua battaglia, tutti insieme, e combattere ogni giorno, non solo la mafia, ma tutte le ingiustizie, anche quelle più piccole.

Perché noi non stiamo a guardare.

Non stiamo a guardare un bambino a cui rubano la merenda o che viene maltrattato; non stiamo a guardare i politici che pensano ai loro interessi e dimenticano i nostri; non stiamo nemmeno a guardare mentre i negozi saltano in aria, le automobili bruciano e i bambini svaniscono sciolti nell’acido.

Questo perché Giovanni ha lottato per la giustizia, per la legalità; legalità che significa “rispetto e pratica delle leggi”, tutte le leggi, per una pratica quotidiana di regole condivise.

Perciò, quando tutti inizieremo a dire “no” alla mafia, allora, solo allora, inizieremo a sconfiggerla.

Garlando, nel suo romanzo Per questo mi chiamo Giovanni, dedicato appunto a Giovanni Falcone, racconta di un padre che spiega al figlio la mafia paragonandola ad un carciofo.

Ed è vero, la mafia è un carciofo, e come i carciofi, che se smetti di innaffiarli, copri loro il Sole e togli la terra fertile e il concime muoiono, allo stesso modo morirà la mafia se smetteremo di nutrirla con il pizzo, la paura e l’omertà.

Sempre nel libro Per questo mi chiamo Giovanniil padre protagonista parla di “due leggi”, la legge giusta e la legge mafiosa. Per combattere la mafia dobbiamo scegliere di schierarci dalla parte della legge giusta, la legge della Pace e dell’amore, la legge del nostro cuore, quella del coraggio.

Tra un anno sarà il venticinquesimo anniversario della morte di Falcone.

Forse per allora potremo festeggiare in un giorno di lutto, perché avremo fatto un altro passo avanti verso un mondo migliore, un mondo in cui ci sarà libertà e non sottomissione, verità e non silenzio, fiori e non carciofi.

La nostra penisola è afflitta da tempo immemorabile da questo parassita, e forse sarà necessario lo stesso tempo per liberarcene, ma l’arma più importante è la speranza. E si sa, lei è l’ultima a morire.

Prendiamo quindi parte a questa lotta, che si combatte ogni giorno, al Sud così come al Nord, nelle piccole cose. Perché un eroe non è tale per le sue imprese titaniche, ma per la bontà del suo cuore, e tutti noi possiamo scegliere di essere eroi come lo è stato e lo sarà sempre Giovanni Falcone.

Nel romanzo di Garlando infatti il padre ha uno scopo preciso: vuole che suo figlio impari cosa sia la mafia affinché stia dalla parte della legge giusta e denunci gli episodi di bullismo che si stanno verificando nella sua classe.

È fondamentale infatti che fin da piccoli i nostri figli imparino la giustizia, l’amore e il rispetto.

La famiglia e la scuola devono stare in prima linea nell’esercito antimafia, e portare alta la bandiera con il suo simbolo vittorioso: il sorriso di Giovanni.

E Giovanni ha vinto, perché, anche se è morto, finché qualcuno gli sarà fedele e continuerà la sua lotta, sopravvivrà nei cuori di tutti noi.

Perché noi non stiamo a guardare.

 

Claudia De Bernardi, 3^A Scienze Umane

  • Condividi questo post su Facebook