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PRONTA RISPOSTA DA WORMS

Non era tanto per dire, lontani ma vicini: ecco arrivare subito una bella testimonianza da una studentessa del Rudi Stephan Gymnasium, che condivide a nome di tutti  gli amici tedeschi il medesimo stupore, smarrimento, rabbia, tristezza che hanno attraversato tutti noi, proiettati in modo così brusco e drammatico in una situazione surreale. Dai ragazzi però il messaggio più importante: speranza, la speranza che il mondo sappia fare di una cosa per niente bella un inizio di qualcosa di meglio. Che questo tempo  “rimanga per sempre nella nostra memoria”, augura Katima, perché solo così sceglieremo solo ciò che conta, “famiglia, amici, amore, salute e cultura”. Grazie ai ragazzi per essere il nostro futuro migliore. Ecco il testo originale, con la traduzione della prof.ssa Edoarda Macchi. Si può leggerlo anche su  LA VOCE DEL CRESPI

Die Hoffnung auf wiederkehrende Normalität 

Nichts beschreibt besser unsere jetzige Situation als das altbewährte Sprichwort „Die Hoffnung stirbt zuletzt!“ auch wenn die Realität in den letzten Wochen, ja sogar jetzt schon Monaten, leider ganz anders aussah. 

Für mich war das anfangs, wie wahrscheinlich für sehr viele andere Menschen da draußen auch, als wäre dies alles nur ein schlechter Witz und es fühlte sich so an, als wäre ich in einem falschen Film gefangen. Von heute auf morgen wurde unsere Schule geschlossen, am vorherigen Abend habe ich noch für einen Italienisch-Test gelernt, und am nächsten Morgen war einfach alles surreal, und auch wenn es anfangs hieß, unsere Schule sei nur bis zu dem darauffolgenden Freitag geschlossen… nach einigen Tagen schien aber auch diese Aussicht unmöglich. Jeden Tag wurde die Situation ernster und die Hoffnung verschwand immer mehr, erst wurde unsere Schule geschlossen wegen einem akuten Covid-19 Fall, dann im ganzen Bundesland und dann in ganz Deutschland. Nun saß man in seinem Zimmer, man darf nicht zur Schule, alle Geschäfte sind geschlossen und Kontaktverbote wurden verhängt, jetzt sitzt man da und weiß nicht, was morgen, geschweige denn nächste Woche oder gar in einem Monat ist. Von heute auf morgen war das Unmögliche eingetreten, all das, was man für selbstverständlich erachtete, war jetzt wie ein großer Traum, den man einfach wieder zurück haben und leben will.

Ich habe die Tage gezählt, seitdem ich zuhause bin, und jeden Tag abgehakt, wenn er vorbei war, nur hatte ich nichts, woran man sich festhalten konnte, weder die Osterferien, noch das nächste tolle Wochenende mit Freunden, nicht einmal die Aussicht, wann die Schule wieder beginnt, und so musste man nach einigen Wochen für sich selbst einen Alltag finden. Denn irgendwie muss man jetzt mit dieser vielen Zeit, die man auf einmal hat, lernen diese trotzdem positiv zu nutzen. 

Wenn ich nun auf die letzten 7 Wochen zurück blicke, muss ich feststellen, dass es viele schöne, aber auch sehr viele traurige und wütende Phasen gab. Es war nicht alles immer so einfach, denn das Jahr 2020 habe ich mir anders vorgestellt, ich wollte meinen Führerschein machen, meinen 18. Geburtstag feiern und eine richtig schöne Zeit haben, jetzt nachdem die dunkle Winterzeit vorbei war, doch nach einiger Zeit der Wut, Traurigkeit, Angst und des Gefühls, dass einfach die ganze Welt verrücktspielt und man nichts weiter tun kann, als zuhause zu sitzen und alles auf sich zukommen zu lassen, habe ich beschlossen, all diese Emotionen in Hoffnung umzuwandeln. 

Hoffnung, dass dieser Virus so schnell wieder verschwindet, wie er aufgetaucht ist, und so viele Menschen wie möglich von ihm verschont bleiben. Hoffnung, dass die Menschen aus dieser Lektion, die jedem von uns gerade auf der ganzen Welt erteilt wird, lernen und als Menschen noch näher und gemeinsamer zusammen wachsen. Hoffnung, dass diese Zeit, in der unser aller Leben still stand, für alle immer im Gedächtnis bleiben wird, und wenn alles wieder weitergeht, wir alles mehr schätzen und genießen. 

Und siehe da! Nach 55 Tagen voller Höhen und Tiefen in dieser für mich sehr lehrreichen Zeit, um zu erkennen, was wirklich wichtig ist im Leben , Familie, Freunde, Liebe, Gesundheit und Bildung, freue ich mich sehr, dass ich morgen den letzten Tag meines Kalenders abhaken kann, bevor für mich ab Montag die Schule wieder losgeht. Und auch wenn alles anders sein wird, freue ich mich sehr, denn für mich ist dies die Hoffnung auf Normalität. Keiner weiß, wann diese Normalität/der Alltag wieder so da sein wird, wie wir es kannten, doch nichts ist beständiger als die Veränderung… doch ich habe so lange auf diesen Tag gehofft, wieder in die Schule gehen zu können, und jetzt ist er da, also werde ich jetzt diese wiederkehrende Normalität noch mehr schätzen. Also hoffe ich weiter… sodass bald alle wieder ihren Alltag wieder haben! Denn die Hoffnung stirbt ja bekanntlich zuletzt!

Katima Kranich  

11. Klasse –  Rudi Stephan Gymnasium    –    Worms

 

La speranza di un ritorno alla normalità

Nulla può meglio descrivere la nostra situazione attuale del vecchio proverbio “ La speranza è l’ultima a morire!”. Tuttavia la realtà, nelle ultime settimane, si può dire negli ultimi mesi, è completamente diversa.

All’inizio tutto mi è sembrato, come probabilmente ad altri,  un brutto scherzo e mi sono sentita come intrappolata nel film sbagliato. Dall’oggi al domani la nostra scuola è stata chiusa. La sera prima avevo studiato per una verifica di italiano e il mattino dopo tutto appariva semplicemente surreale. In un primo momento avevano detto che la nostra scuola sarebbe stata chiusa solo fino al venerdì seguente, ma dopo qualche giorno anche questa prospettiva è parsa impossibile. Di giorno in giorno la situazione si faceva più seria e la speranza andava assottigliandosi: prima la nostra scuola, chiusa a causa di un caso acuto di Covid-19, poi la chiusura di tutto il Land e quindi di tutto il Paese.

Eccoci seduti in camera: non si può andare a scuola, tutti i negozi sono chiusi, sono stati emanati divieti di contatto. Siamo qui seduti e non si sa cosa succederà domani, tanto meno  la prossima settimana o tra un mese. Dall’oggi al domani è accaduto l’impossibile, tutto ciò che appariva ovvio,  diventava un grande sogno, che si voleva semplicemente riavere e rivivere.

Da quando sono rimasta a casa ho contato i giorni e spuntato ogni giorno passato, ma non avevo nulla a cui aggrapparmi, né le vacanze di Pasqua, né il fine settimana con gli amici, nemmeno la prospettiva della riapertura della scuola. Così, dopo alcune settimane, ci si è dovuti reinventare una quotidianità, ognuno per sé. Perché, con tutto questo tempo a disposizione, bisognava in qualche modo imparare a sfruttarlo positivamente.

Se ripenso alle sette settimane trascorse, devo ammettere che ci sono state fasi belle, fasi tristi e fasi di rabbia. Non tutto è stato sempre facile, perché mi ero immaginata il 2020 diverso: volevo fare la patente, festeggiare il mio 18. compleanno e godere di momenti belli, proprio ora che era terminato il lungo inverno. Ma dopo un periodo di rabbia, di tristezza, di paura e dopo essermi sentita come se tutto il mondo avesse deciso di fare il matto e che non si potesse far altro che starsene seduti a casa a farsi piovere tutto addosso, dopo tutto ciò, ho deciso di trasformare queste emozioni in speranza.

Speranza che questo virus sparisca presto, così come è comparso, e che risparmi più persone possibili. Speranza che gli uomini imparino dalla lezione che il mondo ha voluto dare ad ognuno di noi e che come uomini si possa crescere insieme, più vicini, imparando a convivere. Speranza che questo tempo, durante il quale la vita di noi tutti si è fermata, rimanga per sempre nella nostra memoria, così che quando tutto ricomincerà, potremo apprezzare e godere tutto di più.

E guarda qui! Dopo 55 giorni di alti e bassi, in questo tempo che mi ha insegnato molto, che mi ha insegnato a distinguere ciò che è veramente importante nella vita – famiglia, amici, amore, salute e cultura -, sono felice di poter spuntare domani l’ultimo giorno del calendario che mi separa dalla riapertura –lunedì- della scuola. E anche se tutto sarà diverso, sono contenta, perché questo, per me, significa speranza nella normalità. Nessuno sa quando questa normalità/quotidianità tornerà così come l’abbiamo conosciuta, davvero niente è più duraturo del cambiamento…..

Davvero ho a lungo sperato nel giorno in cui avremmo potuto ritornare a scuola ed ora è qui, quindi ora apprezzerò ancora di più il ritorno alla normalità. Quindi continuo a sperare…. Cosicché tutti possano riavere, di nuovo e presto, la loro quotidianità! Perché si sa, la speranza è l’ultima a morire!

Traduzione a cura della prof.ssa Edoarda Macchi

 

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